Ivano Marescotti ci ha lasciato il 26 marzo 2023. Il Teatro del Navile di Bologna si unisce al dolore della sua famiglia e al cordoglio unanime del mondo del teatro e del cinema che con Ivano perde un grande artista.
Voglio qui ricordarlo con questo video inedito, registrato al Teatro del Navile nel febbraio del 2012.
La sua presenza scenica, la voce calda e familiare, e l'eloquio avvolgente della sua narrazione, che gradualmente, senza barriere, si trasforma in recitazione, ci conducono all'anima popolare della Romagna, al cuore della poesia di Raffaello Baldini.
Personalmente ho avuto il privilegio di lavorare come attore protagonista nel primo spettacolo che vedeva Ivano al suo debutto sulle scene teatrali.
Era il 1981 -1982, lo spettacolo "Il lutto si addice ad Elettra" (Mourning Becomes Electra), la trilogia di Eugene O'Neill, adattamento e regia di Gaetano Cavarretta, che allora gestiva il Teatro Dehon con la Compagnia Il Canovaccio. Ivano vestiva i panni del Generale Ezra Mannon, io quelli del giovane rivale Adam Brant. Di quella lunga tournée conservo tanti ricordi e aneddotti. Allora io ero un attore selvaggio, un animale da palcoscenico, come amava definirmi la Baronessa Margherita Sergardi, mia prima insegnante, mentre Ivano, sebbene nessuno di noi attori lo conoscesse bene, ci appariva e si presentava già come grande attore protagonista. E così era, così fu, ed è stato. Da sempre un grande, un attore nato.
Di Ivano ricordo la sua sottile ironia, la grande umanità e generosità, la sua coerenza etica e la grande professionalità, unita a un sincero amore per l'arte e la cultura teatrale.
Nel corso della sua lunga carriera, che lo ha visto prima caratterista e poi co-protagonista nel cinema, al fianco di grandi attori e registi, è riuscito con determinazione, studio e tenacia a essere un vero innovatore nel campo della ricerca teatrale e linguistica, in un indissolubile legame con le sue radici e origini romagnole.
Grazie Ivano, per tutto quello che ci hai insegnato con la tua arte, e la tua costante presenza. Sarai sempre presente nel mio cuore.
Nino Campisi
Archivio storico - Teatro del Navile. Ivano Marescotti legge Raffaello Baldini “Il poeta”.
Teatro del Navile, 4 febbraio 2012.
Ivano Marescotti, interprete per eccellenza della poesia di Raffaello Baldini, legge i versi del grande poeta romagnolo, unanimemente considerato uno dei più grandi poeti italiani.
Attraverso la lettura delle poesie di Baldini, Marescotti riesce a catalizzare l’attenzione del pubblico e a trasformare la poesia in un grande affresco popolare da dove emergono con forza i personaggi baldiniani.
Raffaello Baldini è sempre presente nei monologhi di Marescotti al punto che pezzi come "Cinìs, Giapunìs" o "ch'ór'èl?" o "la firma", capolavori assoluti della poesia baldiniana, vengono richiesti a gran voce (come succede per famosi successi nei concerti rock) dal pubblico che ormai li conosce a memoria.
E’ lo stesso Ivano Marescotti a spiegare il successo e la crescente popolarità dei versi di Baldini: "La gente ama Baldini diventato ormai popolarissimo.
E’ esaltante vedere come tanta gente segua uno spettacolo che propone una semplice lettura di poesie di uno tra i più grandi poeti contemporanei, abbattendo gli steccati tradizionali tra poesia "colta" e "popolare".
Raffaello Baldini
Raffaello Baldini, nato a Santarcangelo di Romagna nel 1924 e morto a Milano nel 2005 all’età di 80 anni, è considerato uno dei più grandi poeti italiani.
Con altri intellettuali santarcangiolesi nell’immediato dopoguerra diede vita al cosiddetto "Circolo del Giudizio" (oltre a Baldini, Tonino Guerra, Gianni Fucci, Flavio Nicolini, Nino Pedretti). La poesia dialettale di Baldini ("scrivo in dialetto - aveva dichiarato una volta - perché è il modo più intimo di esprimermi, perché ci sono cose che succedono in dialetto") aveva riscosso innumerevoli successi: le sue raccolte come "La nàiva", "Furistir" e "Ad nòta" hanno ottenuto premi e riconoscimenti.
Nel 2004 aveva vinto il Premio "Dino Campana".Ivano Marescotti, romagnolo come il poeta, ha contribuito ad accrescere la notorietà di Baldini con alcune letture pubbliche di alcune delle sue più famose poesie e con la messa in scena di tre monologhi teatrali: "Zitti tutti"! (1993), "Carta canta" e "In fondo a destra".
Raffaello Baldini intorno alla metà degli anni Cinquanta si era trasferito a Milano per lavorare nell’ambito del giornalismo, come redattore del settimanale "Panorama". Nel 1967 pubblicò "Autotem", una prosa ironica e pungente che anticipava il gusto e l’originalità delle opere successive. L’esordio poetico in dialetto romagnolo è del 1976 con la raccolta "È solitèri", cui sono seguite "La nàiva" (1985, Premio Carducci), "Furistir" (1988, Premio Viareggio), e "Ad nòta" (1995, Premio Bagutta). Nel 2000 è uscito il volume "La Nàiva. Furistir. Ciacri", che aggiunge alle poesie già edite i versi più recenti dell’ultima sezione (Premio Librex-Montale).
Nel volume "Lei capisce il dialetto?", pubblicato nel 2003, sono stati raccolti una nota dello stesso poeta, alcune interviste da lui rilasciate e una ricca raccolta di interventi critici relativi alla sua produzione letteraria.
L’ultima raccolta di versi di Raffaello Baldini è "Intercity": porta il nome di un treno ed è la storia di un viaggio, un viaggio esistenziale per il poeta che ora è arrivato alla fine. Il racconto si snoda attraverso il consueto incontro del poeta con vari personaggi, che si interrogano sul mistero del tempo, sui desideri che popolano la vecchiaia e sulla malinconia di ritrovarsi soli, anche se spesso ritorna la necessità della solitudine, del sentirsi ´Furistèr´ (forestiero), come si intitola la sua raccolta forse più nota.
´´Mett ch´e venga la fein de mond, admen ... metti che venga la fine del mondo, domani / dopodomani, e moriamo tutti, metti che la terra / s´infradici, si sbricioli / che si riduca un polverone, che si perda nell´aria, / e la luna lo stesso, si spegne il sole, / le stelle, viene un buio / non c´è più niente, e in tutto quel buio il tempo / andrà ancora avanti? da solo? / e dove andrà? ... l´ andarà ancoura aventi? da par leu? / e do´ ch´ l´ andrà?´´.
Ivano Marescotti
Ivano Marescotti, romagnolo come il poeta, ha contribuito ad accrescere la notorietà di Baldini con alcune letture pubbliche di alcune delle sue più famose poesie e con la messa in scena di tre monologhi teatrali: "Zitti tutti"! (1993), "Carta canta" e "In fondo a destra".
Ivano Marescotti, romagnolo di Bagnacavallo, classe 1946, attore, scrittore e regista, è stato direttore artistico del Teatro Comunale di Conselice.
In teatro ha lavorando fra gli altri con Leo De Berardinis, Carlo Cecchi, Mario Martone, Thierry Salmon, Armand Gatti, Santagata e Morganti, Giampiero Solari, Giorgio Gallione. Dal 1989, dopo l’incontro con Silvio Soldini nel film "L’aria serena dell'ovest", si dedica prevalentemente al cinema, da "Il muro di Gomma" di Marco Risi a "Jonny Stecchino" e "il Mostro" di Roberto Benigni, da "Strane storie" di Sandro Baldoni a "Luna e l'altra" di Maurizio Nichetti,"La lingua del santo" di Carlo Mazzacurati, "Asini" e "Un delitto impossibile" di Antonello Grimaldi, ai film internazionali “Mario and the magicien” di Klaus M. Brandauer, Le chateau des Olivier TV-movie di Nicolas Gessner in Francia, "Talented Mr. Ripley" del premio Oscar Antony Minghella, “Hannibal” di Ridley Scott e in "King Arthur" di Antoine Fuqua, "The moon and the stars" di John Irvin.
Nel 1993 recupera il suo dialetto romagnolo e torna al teatro con i testi del grande poeta Raffaello Baldini, “Zitti Tutti” e “Carta Canta”, fino a scriversi e prodursi i suoi spettacoli come “Dante, un patàca” ispirato alla Divina Commedia. Tra i premi e i riconoscimenti: Premio Walter Chiari per il cinema (1997), Premio Linea d’ombra al festival di Salerno (1998), Nastro d’argento (2004) per il cortometraggio “Assicurazioni sulla vita" di Carboni-Modigliani.
Nel 2010 ha ricevuto il “Premio alla carriera città di Riolo Terme”. Numerose e di grande successo le sue partecipazioni a fiction televisive.
Nel 2019 ha pubblicato "Fatti veri", la sua prima opera narrativa, una raccolta di racconti autobiografici sulla sua terra d’origine, la Bassa Romagna.
Nel 2021 ha ricevuto il prestigioso Premio Ermete Novelli.
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