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Il Teatro e le Costellazioni Sistemiche

di Francesca Baroni


Amazon Industriale - Un'opera di Dimitris Bakopanos per L'Europa e il mal di Grecia di Carlo Monaco e Nino Campisi

Le Costellazioni Sistemiche al Teatro del Navile - La metodologia - Le Costellazioni Sistemiche Familiari e dell'Organizzazione - Alla ricerca delle nostre radici - Fare luce sulle dinamiche occulte - La mia personale esperienza - Il Coaching Sistemico - Nino Campisi, la PNL e l’anello mancante - Le Costellazioni Sistemiche applicate al teatro.


Le Costellazioni Sistemiche al Teatro del Navile


Che cosa hanno in comune il laboratorio teatrale di Nino Campisi, presente da oltre vent’anni nella scena bolognese, e il metodo di Bert Hellinger che qui viene proposto?


Che in ogni spettacolo, come in ogni Costellazione, vengono messi in scena e si rappresentano sia la Vita, e tutto quello che accade durante il percorso, sia la Morte.


Che ogni rappresentazione è unica e irripetibile e che non richiede necessariamente il giudizio o l’opinione di chi assiste per essere autentica.


Sul campo morfogenetico, così come sul palco, ogni volta si celebra un frammento, una parte infinitesimale della storia del cliente o del protagonista e ai rappresentanti, o agli spettatori, viene svelato quel che resta del “tutto”, affinché si arrivi a coglierne il senso.


La metodologia


La Costellazione Sistemica è una mise en place fatta principalmente da movimenti del corpo che corrispondono a quelli dell’anima ma con due velocità; il primo movimento più immediato è collegato alle emozioni che si sprigionano; il secondo movimento, più lento e ponderato, è legato alla spiritualità.


Dallo sguardo; dalla sua direzione e dall’oggetto del suo rapimento o del suo indugiare. Dal gesto; dal respiro; dalla prossemica; dal bisogno di occupare tutta la scena o di rimanerne al margine; o addirittura scomparire schiacciandosi nella parte più buia o fuori dal campo visivo degli astanti.


Il mio obiettivo come Costellatrice sarà quello di facilitare il percorso della Costellazione.


A partire dalla sedia dove sarò seduta accanto al cliente, prima che quest’ultimo scelga i rappresentanti che si alzeranno per raggiungere il centro dello spazio creatosi all’interno del cerchio dei partecipanti.


In primo luogo sarà mia cura accertarmi che tutti i partecipanti stiano comodi e che si sentano a loro agio. In caso contrario non forzerò nulla che non sorga spontaneamente e in maniera libera e consapevole.


Inoltre sarò attenta a suggerire delle frasi chiarificatrici in presenza di una dinamica disordinata o intellegibile. Userò delle parole chiave per scardinare il meccanismo relazionale tra le parti quando la relazione non funziona più o è “intossicata”.


Quando si costella, così come quando si recita, ci si espande; ci si unisce con il personaggio qualsiasi sia il ruolo che interpretiamo.


“Scomparire”, in questo contesto significa mettersi al servizio di ciò che si manifesterà, di ciò che andremo a compiere, scendendo a patti con l’ego e con la mente, lasciando ad essi il minimo spazio possibile.


Tutto si può immaginare, e nel teatro è concesso, anzi si deve.


Nelle Costellazioni i piedi li manteniamo ben radicati al palco come se delle radici rompessero le assi per affondare nella terra.


Solo così potremo allontanarci, volare, perderci nella storia che abbiamo scelto di vivere e ritornare a un maggior contatto con il nostro corpo e con quello degli altri, controllando l’incertezza e la paura.


 "Out of the Dark", la mostra fotografica di Alessandro Negrini al Teatro del Navile
"Out of the Dark", la mostra fotografica di Alessandro Negrini al Teatro del Navile

Le Costellazioni Sistemiche Familiari e dell’Organizzazione


Vorrei spiegare ora cosa sono le Costellazioni Sistemiche Familiari e dell’Organizzazione e il motivo di questa mia scelta di condividerle con Nino Campisi e con tutti i suoi allievi della Scuola di Teatro e della Compagnia.


Le Costellazioni familiari sono nate in Germania alla fine del secondo conflitto mondiale per mano dello psichiatra e psicoterapeuta Bert Hellinger, scomparso all’età di novantadue anni nel Settembre del 2019.


Le Costellazioni familiari propongono un modello di armonizzazione e di consapevolezza in grado di aprire uno spazio alla comprensione per liberarsi dal peso delle “lealtà” familiari “tossiche”.


All’origine si trattava esclusivamente di un approccio terapeutico ma successivamente il modello terapeutico è stato adattato per essere applicato e usato in diversi ambiti: la scuola, le accademie dove si insegnano le arti, come è appunto il Teatro del Navile, le aziende, le associazioni sportive, la pubblica amministrazione, gli ospedali, l’esercito e le chiese di alcune confessioni.


"Pepromenon" - Un'opera di Dimitris Bakopanos per "L'Europa e il mal di Grecia" di Carlo Monaco e Nino Campisi.
"Pepromenon" - Un'opera di Dimitris Bakopanos per "L'Europa e il mal di Grecia" di Carlo Monaco e Nino Campisi.

Alla ricerca delle nostre radici


Fare spazio alla verità, passando attraverso la nostra storia autobiografica, ci porta a chiarire i fatti accaduti nella nostra famiglia di origine una volta per tutte, ci permette di riconnetterci con gli antenati e con le nostre radici.


Quando scopriamo di appartenere a qualcosa di più grande, ecco che possiamo incominciare, immediatamente, a ripristinare il flusso vitale del nostro sistema familiare odierno. Quello che è stato creato da noi stessi, consciamente o inconsciamente. Ed è allora che mettiamo in un atto un processo di guarigione individuale delle nostre ferite emotive e fisiche che si manifestano attraverso sintomi e dipendenze.


Le Costellazioni sono dunque un’opportunità per lasciare andare i “pesi” che stiamo portando per qualcun altro. Sono una delle vie maestre apparse nella nostra “galassia evolutiva” che ci permette, qui ed ora, di riconquistare la libertà e di manifestare il nostro talento.

Fare luce sulle dinamiche occulte


Quando entriamo in una stanza che per molto tempo è rimasta chiusa, la prima cosa che facciamo è quella di aprire le finestre e permettere ai raggi del sole e all’aria di entrare e di far luce.


Con le Costellazioni facciamo luce su alcune dinamiche nascoste che il nostro sistema familiare ha voluto occultare, dai cosiddetti segreti, fino agli esclusi e alle “pecore nere”, per esempio.


Scopriremo allora che non importa più quello che fece la madre o quello che non fece il padre. Le Costellazioni sono un’occasione per riprendere il nostro posto nella vita e assumerci le nostre responsabilità con maggior consapevolezza e lucidità.


L’odine e l'amore si intrecciano nella loro attuazione e ci forniscono gli strumenti per vivere in armonia.


La mia personale esperienza


Costellare per me è stato un modo per trarre forza e ricominciare a 43 anni.

Dopo quindici anni di lavoro nella consulenza aziendale sono partita per la Spagna e la Germania e ho studiato con il Maestro e con i suoi allievi.


Al mio ritorno ho creato il metodo Coaching Sistemico, integrando nelle “Costellazioni Sistemiche Familiari e dell’Organizzazione” la "Narrazione Terapeutica” di Jordi Amenos, secondo cui durante la storia dell’umanità, i racconti sono serviti a comprendere la vita, aprire le porte della coscienza, parlare all’inconscio.


Il Coaching Sistemico


Il Coaching Sistemico genera profondi cambiamenti; crea un nuovo spazio da cui guardare alla nostra vita con gli occhi di un narratore e raccontare quella storia che possiamo cambiare in qualsiasi momento.


Raccontare, rappresentare e costellare le storie consente, in modo semplice e preciso, di avviare processi di cambiamento personale nella campo della salute e del lavoro nelle organizzazioni e nelle aziende in modo semplice e preciso.


Utilizziamo le storie per conoscerci meglio e per scegliere con maggior chiarezza la strada che intendiamo percorrere.


Nino Campisi, la PNL e l’anello mancante


La Pedagogia Sistemica, che si occupa del processo di apprendimento, coinvolge la persona e tutto il suo sistema relazionale e familiare, e per questo ci avvaliamo degli studi di Marianne Franke e della PNL – Programmazione Neuro Linguistica della scuola di Gianni Fortunato e di Vicens Olive Pibernat.


Ho conosciuto Nino Campisi e il suo metodo di didattica teatrale molto tempo prima che io iniziassi a studiare le Costellazioni. Fui attirata dal suo metodo di insegnamento che si ispirava direttamente alla Programmazione Neuro Linguistica.


In particolare, quello che ci unisce ora, in questo avvincente progetto, oltre alle nostre comuni radici formative, perché entrambi abbiamo studiato con Gianni Fortunato e ci siamo formati nell’ambito degli studi di neuro linguistica, “è la necessità di dare corpo e aggiungere nuovi significati alla nostra missione di insegnanti - per citare le parole di Nino Campisi - e di apportare un contributo nell’ambito della formazione artistica che non sia episodico, bensì sistemico e trasversale”.


Questo nuovo approccio parte dall’esigenza di Nino Campisi di introdurre nel suo insegnamento (che si avvale da più di vent’anni delle metodologie della PNL e degli studi sull’Enneagramma di Gurdjeff) l’anello mancante delle Costellazioni.


Questo anello mancante, di cui abbiamo spesso parlato, prima e durante la pandemia fisica e mentale, “consiste principalmente in un approccio etico e si basa - mi scrive - sul modellamento dei valori e della spiritualità, ovvero il gradino più alto della piramide formativa.”


Le Costellazioni Sistemiche applicate al teatro


Il progetto sulle Costellazioni applicate al teatro proposto da Nino Campisi e dalla sottoscritta, Francesca Baroni, è rivolto esclusivamente agli attori del Teatro del Navile e agli allievi della Scuola di Teatro, e in futuro sarà aperto anche a una platea esterna più ampia.


Questo progetto oggi in Italia è unico e originale. ma in Spagna, ad esempio, già da qualche anno l’Estudio Corazza para la Actuación di Madrid, diretto dall’attore Juan Carlos Corazza, si avvale della consulenza del maggior esperto internazionale di Costellazioni Familiari Joan Garriga Bacardi, con il quale io stessa mi sono diplomata nel corso dei miei studi presso l’Institut Gestalt di Barcelona.


I seminari che si svolgono presso la scuola Corazza si rivolgono agli attori di teatro, televisione e cinema e all’intero corpo insegnante. E allo stesso direttore!


Perché, come ci ha insegnato Angélica Olvera, dell’Università Multiculturale CUDEC del Mexico, il processo d’insegnamento-apprendimento nei contesti accademici tradizionali e artistici è un “tutto” integrato ed è vincolato ai sistemi familiari, sociali, culturali e storici del contesto in cui si opera.


Per lo stesso motivo il processo di insegnamento diventa un insieme di conoscenze e di pratiche che mirano a creare alleanze e ponti tra l’ambiente di provenienza e l’ambito in cui si è scelto di trasformare il talento in vocazione, generando e rinforzando il vincolo tra docente, allievo e allieva.


E’ un vero e proprio spazio di sperimentazione dove oltre alla tecnica e alla capacità attoriale possiamo sperimentare la fiducia in noi stessi, nelle nostre capacità, in quell’artista che sono io, quell’artista che ha dentro di sé molte storie da raccontare.


Questa fiducia, respirata e agita, è la chiave di volta per ognuno di noi.


Consapevolezza è la parola giusta per descrivere in modo attraente come la fiducia in noi stessi ci porti prima a conoscerci e relazionarci con gli altri poi. Con il mio personaggio prima, con i compagni di palco, con il regista, con il pubblico poi. Sentire il potere dell’arte che entra in dialogo con noi e fa sì che possiamo risuonare liberamente in un sentire che non è mai fine a se stesso, ma che sempre è portatore di un messaggio interessante, specifico, presente. La nostra arte che abbraccia tutto, in modo completo e che diventa mezzo per esprimerci nel qui ed ora.


Nei nostri incontri lavoreremo con l’ascolto, con la comunicazione non verbale tra cui la postura, il cosiddetto “body language” e il contatto visivo; con la mimica e le espressioni facciali che trasmettono a prescindere dalla nostra volontà, pensieri, sentimenti e emozioni celate consciamente. Con il comportamento etico all’interno del gruppo; con le aspettative e “last but not least” con la motivazione.


Il materiale che utilizzeremo saremo noi, il teatro del Navile e la città di Bologna!


Francesca Baroni

 

Foto 1: "Amazon Industriale" - Un'opera di Dimitris Bakopanos per "L'Europa e il mal di Grecia" di Carlo Monaco e Nino Campisi.

Foto 2 : "Out of the Dark", la mostra fotografica di Alessandro Negrini al Teatro del Navile

Foto 3: "Pepromenon" - Un'opera di Dimitris Bakopanos per "L'Europa e il mal di Grecia" di Carlo Monaco e Nino Campisi.








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