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Dopo Campoformio (I - V) - Nino Campisi legge Roberto Roversi

Dopo Campoformio di Roberto Roversi



Nino Campisi legge Roberto Roversi all'Oratorio San Filippo Neri di Bologna.

Dopo Campoformio ( I - V) di Roberto Roversi.


Il video è tratto dalla registrazione dello spettacolo "Roberto Roversi. Una voce r/esistenziale", ideato da Paolo Piermattei e andato in scena il 3/12/2015.


Le poesie di Roberto Roversi sono state selezionate e adattate per l'occasione da Antonio Bagnoli. Alla chitarra: Pietro Posani. Al Pianoforte: Teo Ciavarella. * * Roberto Roversi. Una voce r/esistenziale Presentazione di Antonio Bagnoli. Letture dei testi: Nino Campisi. Al pianoforte: Teo Ciavarella. Alla Chitarra: Pietro Posani. Tanztheater: Angelica Fossemò. Musiche di Lucio Dalla e Gaetano Curreri. Interpreti: Irene Catani (Ulisse coperto di Sale) Francesco Milanesi (Un' auto targata TO, Il motore del 2000) Roberta Giallo (La canzone di Orlando, Anidride solforosa, Nuvolari) Simona Severini (il Coyote, 20 parole) Paolo Piermattei (Tu parlavi una lingua meravigliosa). Direzione artistica di Paolo Piermattei. Regia di Nino Campisi. Selezione e adattamento dei testi di Antonio Bagnoli. Produzione Tiziana Sconocchia - PhD. Spettacolo realizzato grazie alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Oratorio San Filippo Neri. Bologna 3.12.2015. Guarda il video integrale dello spettacolo:, ideato da Paolo Piermattei e andato in scena il 3/12/2015. Le poesie di Roberto Roversi sono state selezionate e adattate per l'occasione da Antonio Bagnoli. Alla chitarra: Pietro Posani. Al Pianoforte: Teo Ciavarella.


Roberto Roversi. Una voce r/esistenziale


Presentazione di Antonio Bagnoli. Letture dei testi: Nino Campisi. Al pianoforte: Teo Ciavarella. Alla Chitarra: Pietro Posani. Tanztheater: Angelica Fossemò. Musiche di Lucio Dalla e Gaetano Curreri. Interpreti: Irene Catani (Ulisse coperto di Sale) Francesco Milanesi (Un' auto targata TO, Il motore del 2000) Roberta Giallo (La canzone di Orlando, Anidride solforosa, Nuvolari) Simona Severini (il Coyote, 20 parole) Paolo Piermattei (Tu parlavi una lingua meravigliosa). Direzione artistica di Paolo Piermattei. Regia di Nino Campisi. Selezione e adattamento dei testi di Antonio Bagnoli. Produzione Tiziana Sconocchia - PhD. Spettacolo realizzato grazie alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Oratorio San Filippo Neri. Bologna 3.12.2015.



Dopo Campoformio di Roberto Roversi


Quando venni in Lombardia

ero giovane, allora.

Per strade ròse dai fischi dei vapori

il pianto di un ragazzo

migrò libero verso la frontiera;

l’ombra dei montanari saliva verso il cielo

e in tiepidi restaurants i camerieri

scoprivano agli ufficiali

distratti da un occhio adolescente

fragili zuppiere.

Nel rifugio della stazione,

mentre i treni bruciavano

bianchi neri contro le vetrate,

la donna appoggiò i chiari

capelli sul mio zaino.

Terra per eserciti

in fuga verso i monti.

Tremano al lume di luna le giovani foglie.

Austria, Svizzera, Francia alla frontiera.

In due giorni di cammino

sui laghi volarono,

col balzo delle trote, le speranze.

A Novara, a Novara;

oh a Novara, in un’osteria

avvinghiata da caserme bruciate;

un uomo grida sul prato della periferia,

al mattino era morto. Ivrea, Aosta…

su quelle strade marciavo e per i monti

frustato da tristezza, dai ricordi.

Ai quadrivi immobili magri tedeschi in tuta,

donne esultanti per gioia sventura.

“La guerra è finita. Incomincia la guerra.

Mio figlio è in Russia. A Cipro è mio figlio.

Mio figlio è in Africa. In Sicilia è mio figlio.

L’America a Genova tempesta.

I cinghiali fuggono, i tedeschi

lasciano Roma…”

Uccelli caduti nella polvere

le gelide mitragliatrici.

“Scheise Mensch!” ci odiano, guardando

le vie battute da uomini disfatti,

le donne sull’uscio delle case;

ogni fosso custodisce un sonno,

i casolari offrono l’acqua, il pane.

Fuggono simili a formiche

lungo i muri, picchiati dalla fame;

s’accascia l’Italia muggendo di dolore.

Quel tempo, rosso

sangue di bue appena macellato.

Fuoco sui paesi

della collina o persi dentro al mare,

su chiese, monasteri,

là dove Appennino torce il corso,

fra le canne delle paludi,

dovunque Italia spinge

la sua chioma azzurra.

Gettavano lo zaino contro l’uscio.

Il riso dei tedeschi era furioso, biondo.

Senza più sonno, agnelli al sacrificio,

i cittadini alle finestre a spiare

il passo della ronda per il mondo.

(...)

 

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