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Alberto Lionello ne "La coscienza di Zeno"



Un grandissimo interprete, Alberto Lionello, qui nella straordinaria e insuperabile interpretazione di Zeno Cosini, protagonista dell'opera di Italo Svevo.


"La coscienza di Zeno" segna il passaggio "dalla narrativa di tradizione verista a una nuova e più interiorizzata rappresentazione del reale, ed è senz'altro fra gli esiti più interessanti e singolari della letteratura italiana ed europea del Novecento: insieme autoritratto e metafora della condizione dell'uomo moderno, ove per la prima volta la psicoanalisi e le sue complesse implicazioni giocano un ruolo fondamentale. Protagonista di questa introspezione è Zeno Cosini, a cui Svevo non attribuisce una grande intelligenza, ma un carattere giocoso e una vitalità godereccia insieme a qualche vizio e a varie omissioni di tipo morale, insomma è l'uomo giusto per cominciare a vedersi dentro come non ha mai fatto nella vita e a scoprire i motivi del proprio comportamento."


Trama: Dietro consiglio dello psicoanalista, il protagonista della vicenda, Zeno Cosini, narra i momenti cruciali della propria vita, nel tentativo di superare quell'inettitudine a vivere che lo tormenta da anni, ossia l'incapacità di affrontare responsabilmente la realtà e le inevitabili scelte che essa impone. Zeno Cosini è inetto a vivere: una specie di marionetta tirata da fili che quanto più egli indaga, gli sfuggono. Una coscienza inutile a mutare un destino che sembra ineluttabile. Tra ossessioni maniacali e rigurgiti di coscienza ipertrofica, sempre teso a un recupero unitario della realtà e di se stesso, finisce per inciampare nelle cose: con insicurezza, in una battaglia combattuta ad ogni occasione, senza requie. Ne risulta I'itinerario di un'analisi psichica alla ricerca di un'impossibile cura, durante la quale i conflitti vengono in luce: Zeno ha voluto smettere di fumare, ma ha fumato sempre di più; ha voluto essere forte, ma ha cominciato a zoppicare; ha cercato di sposare una bella ragazza, ma ne ha sposata una bruttina; non ama la moglie, ma quando è in clinica teme di essere tradito, e via di seguito in un rincorrersi di realtà che non combaciano.



Lo sceneggiato televisivo in tre puntate è andato in onda sul Secondo Programma RAI dal 16 al 30 marzo 1966. Tratto dal romanzo omonimo di Italo Svevo (pseudonimo dello scrittore triestino Ettore Schmitz, nato nel 1861 e morto nel 1928 in un incidente d'auto) e dalla commedia di Tullio Kezich presentata dal Teatro Stabile di Genova, venne adattato per la televisione da Daniele D'Anza ...


Il cast era costituito da ottimi attori di formazione teatrale: dal bravissimo Alberto Lionello, nel ruolo del protagonista agli eccellenti comprimari, Ferruccio De Ceresa, Pina Cei e Paola Mannoni.




Personaggi e interpreti: Zeno Cosini: Alberto Lionello; Il dottor S.: Ferruccio De Ceresa; Alfio Cosini: Aldo Pierantoni; Maria: Serena Bassano; Il dottor Coprosich: Enrico Ardizzone; L'infermiere: Ireneo Petruzzi; Luciano: Gianni Fenzi; Copler: Giulio Pizzirani; Giovanni Malfenti: Edoardo Toniolo; L'impiegato di borsa: Mario Rodriguez; Nilini: Mario Luciani; Ada: Paola Mannoni; Augusta: Laura Rizzoli; Alberta: Simona Caucia; Anna: Francesca Mazza; La signora Malfenti: Pina Cei; Guido Speier: Mario Erpichini; Carla Gerco: Marzia Ubaldi; La signora Gerco: Gianna Dauro; Carmen: Geppi Costa.

 

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