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Luca Bacconi e il bambino orchestrale

di Nino Campisi


“Hai mai sentito Venezia parlare, parlava con accento romano e il mondo è più bello e forse più strano. Hai mai sentito le mie note suonare, è la musica del baule latino e sopra c’è scritto: buon viaggio bambino. E noi bambini orchestrali persi nei night, persi nei mari, le scarpe nere allacciate, la camicia di seta stirata, ma l’America non fa paura se la guardi da lontano, ma se mostri anche un dito lei ti prende anche la mano.”

Luca Bacconi, “Bambino orchestrale”

Nel suo nuovo album “Cantautori e gente da bar” Luca Bacconi condensa tutta la sua attività artistica (teatro, cabaret e teatro-canzone) in un'opera che unisce diversi stili musicali a racconti di grande suggestione, dove gli eventi di vita quotidiana, intessuti di ironia ed estrapolati dal loro contesto originario, diventano motivo per dare alle sue composizioni un andamento popolare.

Fin dalle prime esperienze teatrali negli anni ’80, passando per Umbria Teatro negli anni ’90, Luca Bacconi, classe 1966, ha privilegiato sia il teatro comico che la musica, se si esclude una breve parentesi nel cabaret di Zelig Lab tra il 2008 ed il 2009. Ha approfondito lo studio della chitarra con Giampiero Martirani e Franco Cerri, Gigi Cifarelli e John Stowell, e ha perfino seguito un prestigioso corso a distanza con Matt Warnock. Gli studi del contrabbasso con Felice del Gaudio lo hanno poi indirizzato verso il jazz e il blues.

Tra le più importanti esperienze musicali che gli hanno aperto la strada verso nuovi scenari sono da segnalare l’accompagnamento della voce di Anna Giardi nel duo Anlubaduo Acoustic e i due CD da lui prodotti, “Anlubaduo Acoustic Session” (con Anna Giardi voce e Luca Bacconi chitarra) nel 2009 e “A bright nook “ nel 2015.

Testi, arrangiamenti di genere popolare e uno stile che spazia dal jazz manouche al blues lo accomunano (ed è qui il caso di dirlo, visto l’esito di questo album) ai maggiori cantautori italiani che già sono stati per lui fonte di ispirazione come Paolo Conte e Lucio Dalla (ai quali il cantautore dedica due cover nell’album), Giorgio Gaber, Fred Buscaglione, Vinicio Capossela ed Enzo Jannacci, Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori e Francesco Guccini.

“Ma l’America non fa paura se la guardi da lontano, ma se mostri anche un dito lei ti prende anche la mano” così inizia l’avventura musicale di un “Bambino orchestrale” - sempre in viaggio da Siracusa a Cortina - uno dei brani più straordinari dell’album, contrappuntato dalle note al pianoforte di Luigi Scerra e dalla tromba di Roberto Righini.

“Cantautori e gente da bar” è un album di grande musica cantautoriale che si avvale del lavoro degli ottimi musicisti della band che hanno collaborato con Luca Bacconi e con Fuzz Records per la realizzazione del CD: Felice Del Gaudio al contrabbasso, Luigi Scerra al pianoforte, Massimo Tagliata alla fisarmonica e organo hammond, Francesco Chiarenza al sax soprano, Paolo Prosperini alla chitarra manouche, Roberto Righini alla tromba e flicorno, Elena Mirandola al violino, Checco Coniglio al trombone, Anna Giardi ai cori, Massimo Calanca alle chitarre.

I personaggi tratteggiati nei brani di Luca Bacconi sono ispirati ai quei tipi caratteriali che si possono incontrare in un “Bar Sport” di periferia (con riferimento alla brillante ironia di Stefano Benni), da “Paolino il bello”- “figlio di un’alba tropicale salpata su una nave dispersa in mezzo al mare” - che sta seduto davanti alla stazione e si fuma una nazionale esportazione, all’ingenuo Davis di “Caffè amaro” che fa l’occhiolino alla ventenne e sorride a una straniera, dal “Bambino orchestrale” vestito da meridionale - “con un baule di musica latina sempre in viaggio da Siracusa a Cortina” - all’Egisto Meazzi di “Capolinea, autista del tranvai che aspetta un cambio che non arriva mai - “la tua musica stonata sulla rotaia stiracchiata, la ruota dura del tranvai” - a “La sirena del Frizòn” che appare e poi sparisce come un lampo - “mordeva di rosso la sua bocca un po’ spietata, fermava il bicchiere, alzava gli occhi e mi guardava”.

L’incessante blues progressivo di “Bassa’s Men” è il riuscito ritratto degli uomini d’Emilia - “bluesmen al lambrusco anche se il confine non si ferma a Poggio Rusco” - sullo sfondo di paesaggi tempestosi di nuvole, pioggia e nebbia, tra grandi orizzonti di pianure e di campi coltivati a grano che si aprono allo sguardo lungo la SS 9, senza poter mai vedere il mare, attraversati dalla “Mille Miglia che quando passa scompiglia i capelli”. Swing e atmosfere ondeggianti in “Io sorpasso”, un ritratto dell’incivile di turno che con il suo nuovo “suv” calpesta le aiuole e parcheggia in doppia fila davanti alle scuole - “con il mio suv vado in vacanza, poi abbronzo la panza... maresciallo non mi deve multare, l’assessore me la fa cancellare”.

“Cantautori e gente da bar” ci restituisce i fotogrammi di un film quotidiano dai colori quasi sbiaditi, velati di malinconia, mai tristi però, accompagnati da quel leggero sorriso che fa scivolare via le ombre della tristezza e ti conduce per mano in un swing di ritmi e di note saltellanti, come in un esercizio di equilibrio su un binario di una stazione dismessa di periferia, dove sai che nessun treno passerà mai.

Nino Campisi


 

Luca Bacconi, “Cantautori e gente da bar” (Fuzz Records),

Disponibile su iTunes, Spotify e in tutti gli stores digitali.

«Porsi nell’ascolto di Cantautori e gente da bar» racconta Luca Bacconi, «significa lasciarsi scivolare, come scendere da una montagna di noci, come ascoltare uno swing ovvero traballare senza mai cadere, senza rimanere annoiati nemmeno quando la cover dedicata a Paolo Conte col suo brano “Alle prese con una verde Milonga”, nella sua solenne ripetitività, ti porta ad ondeggiare lentamente, come un intero quartiere di Rio che, nel carnevale, avanza un passo avanti e due dietro e non finisce mai»

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